#DADomani Andrà Tutto Bene

#DADomaniandràtuttobene!

La storia di un anno scolastico particolare

Era il lontano 5 marzo 2020 quando il premier Conte annunciava i dieci giorni di stop alla scuola.

Noi studenti eravamo contentissimi per questo riposo inaspettato.

Saremmo stati a casa senza far niente e quello che ai nostri occhi aveva tutto il merito era un virus chiamato COVID 19.

Presto però ci saremmo resi conto che, sotto ogni punto di vista, di merito non potevamo proprio parlare!

Ed infatti, a complicare la situazione, in una data da film horror come venerdì 13, Conte dichiarò tutta l’Italia “zona rossa”.

A quel punto intervenne la ministra Azzolina (di cui noi non conoscevamo neanche l’esistenza!), che iniziò a nominare sempre più spesso la parola DAD. Di fronte ai telegiornali e su internet ognuno di noi capì di essere impreparato sull’argomento.

Solo qualche settimana dopo, il suo significato si presentò chiaro e pesante come un macigno. I cellulari dei rappresentanti dei genitori squillavano senza tregua, i nostri erano pressoché vicini alla fusione e i professori come macchinette impazzite mandavano foto, video, codici e link che tentavano di costituire questa famosa DAD, la didattica a distanza.

Come il virus, anche lei era arrivata ad un tratto e noi eravamo inconsapevoli di tutto. 

Entrambi ci hanno insegnato che può sempre capitare qualcosa, in ogni momento, e stravolgere le nostre esistenze. Intanto, molte erano le domande che si affacciavano alla mente: quando finirà tutto questo?

Quante ore spensierate tra di noi ci siamo persi? Anche i prof. hanno fatto lezione con i pantaloni del pigiama addosso?

Saremmo stati più o meno bravi nei compiti, più o meno curiosi, ispirati, menefreghisti, arrabbiati, felici o tristi se avessimo potuto fare le lezioni sempre in presenza, se avessimo potuto viverci questi anni delle scuole medie in tempi “normali”?

Quanto era strano non poter uscire di casa, non poter andare  a scuola, non vedere gli amici e aspettare l’unico modo per farlo: la DAD, appunto!

Passammo l’estate tutto sommato liberi e a settembre, terrorizzati all’idea di non tornare in presenza, ci venne lo schiribizzo di cercare la parola “didattica” sul vocabolario, come la prof. di italiano spesso ci consigliava di fare. Scoprimmo che deriva dal greco e che significa ”insegnare”, che indica la teoria e la pratica dell’insegnamento.

Allo stesso modo Treccani definisce “distanza” come “la lunghezza del percorso fra due luoghi, due oggetti, due persone”.

Nel nostro caso si era trattato di un “insegnamento tra la casa dell’insegnante, il suo computer e ventidue case, computer, alunni”.

Se con un metro misurassimo tutte le distanze tra di noi, verrebbe fuori un chilometraggio bello alto, ma in una scala di valori, non potrà mai esserlo abbastanza per indicare quanto ci è mancata la vicinanza dei compagni di classe.

E se tracciassimo tutte queste distanze con una penna, apparirebbe il disegno di una rete degna della metropolitana di Londra, ma soprattutto si vedrebbe nero su bianco la connessione particolare, seppur a volte aggrovigliata, che c’è tra gli alunni della 3B. Quelle lezioni erano molto più noiose e faticose da capire, non avevamo né un compagno di banco né uno di scrivania.

L’atmosfera della classe non era la stessa, ma dallo schermo, potevamo riabbracciare i nostri sorrisi.

La DAD ci ha complicato parecchio la vita, ma non è riuscita a spezzare le nostre amicizie! Non sappiamo quando potremo dirci definitivamente fuori da questa “avventura”, una cosa è certa però, finché teniamo vivo il legame con le persone che ci stanno a cuore, disponiamo di un rimedio potentissimo: l’amicizia!

  

 

                                                                                                      3B Secondaria, a cura di Luna Sophie Fabbrini