UN CASO DA RISOLVERE

UN CASO DA RISOLVERE

Era una normale mattina di estate. L’ispettore Conrad, un uomo alto e robusto, dotato di grande intelligenza e capacità di osservazione, e il suo assistente Thomas, un ragazzo di una ventina di anni che si vestiva sempre molto alla moda, erano nel loro ufficio.

Ad un certo punto sentirono suonare il campanello: era Jack, un uomo tutto sudato di circa quarant’anni che ogni mattina andava a correre nel bosco vicino al paese.

Lui disse: “Buongiorno commissario, stamattina mentre correvo ho visto qualcosa di strano nel bosco e volevo chiederle se poteva dare un’occhiata!”.

Allora Thomas domandò all’ispettore: “Che ne pensi Conrad, lo aiutiamo?” “Certo! Dobbiamo vedere cosa c’è, chiederemo alle persone che abitano lì vicino se hanno visto o sentito qualcosa!

Andremo oggi pomeriggio alle quattro in punto e lei, Signor Jack, verrà con noi per mostrarci la strada” rispose il commissario.

Quel pomeriggio, come previsto, i tre si diressero verso il bosco, nel punto preciso indicato da Jack e perlustrarono la zona fino a trovare delle chiazze di sangue sull’erba, chiazze che conducevano fino ad un coltello sanguinante.

Mentre le seguivano, si accorsero che diventavano sempre più intense e terminavano vicino al cadavere di un uomo scalzo, ricoperto di sangue, che nei giorni successivi si scoprì essere Liam, un ragazzo alto e snello, con capelli ed occhi marroni; vicino al corpo l’ispettore Conrad vide alcuni mozziconi di sigaretta.

Il corridore esclamò: “Vede, ispettore, c’era davvero qualcosa!” e l’ispettore confermò: “Avevi ragione Jack, sei stato molto attento!

Quest’uomo sembra essere morto ieri sera mentre pioveva, chiediamo a qualcuno che abita qua nei dintorni se ha visto o sentito qualcosa.

Thomas, qua ci sono alcuni mozziconi di sigaretta! Sembra che qualcuno abbia fumato nervosamente…” e l’assistente aggiunse: “Guardi anche lei ispettore, queste sono delle orme di alcuni stivali!”

Conrad rispose: “Sì, hai proprio ragione. Scatta delle foto al cadavere, a queste orme ed al coltello; poi prendi quest’ultimo e la sigaretta e mettili in una busta. Faremo analizzare allo scienziato Barnaba le impronte digitali del coltello!”

L’assistente del detective scattò le foto e nel frattempo Jack tornò a casa. I due detective 
continuarono l’indagine: andarono nelle case lì vicino e sospettarono di tre persone: la prima era Katrin, una donna di mezza età, con capelli castani ed occhi marroni; era stata vista nel bosco a passeggiare con il suo cane Dodò; la seconda era Allison, una ragazza con capelli ricci, corti e occhi marroni chiari, era una sospettata perché una signora aveva detto di averla vista uscire di casa e dirigersi  verso il bosco dove era accaduto l’omicidio; il terzo si chiamava Bob, era il vice del sindaco Miky e non aspettava altro che diventarlo, con capelli corti, mori e lisci ed aveva una piccola proprietà da quelle parti.

La mattina dopo, l’ispettore Conrad convocò i tre sospettati nel suo ufficio per l’interrogatorio; iniziò con Katrin e chiese: “Signora Katrin, dove è stata ieri l’altro sera?” e
lei rispose: “Io stavo accompagnando fuori il mio cane Dodò, glielo può confermare la
signora Mariateresa, la mia vicina, che mi aveva portato le uova delle sue galline poco
prima che uscissi di casa e alla quale avevo detto che avrei portato a spasso il mio
cucciolo.” Conrad ribatté: “È uscita anche se pioveva?” e la sospettata annuì mentre disse:
“Eh sì, il mio cagnolino aveva estremo bisogno!”.

Il commissario la lasciò andare. La signora si alzò e uscì dall’ufficio; nel frattempo entrò Allison. “Dove era diretta ieri ‘altro sera?” chiese subito Conrad “Mhhh… stavo andando da mia nonna che vive vicino al bosco per portarle la spesa” allora l’ispettore continuò: “È andata a piedi?” e lei rispose:

“No, perché c’era tanta strada da fare!”. Thomas d’un tratto entrò nella conversazione e
domandò: “E quegli stivali dove li ha presi?” e lei rispose: “Sono quelli che vanno di moda ora, mmhh… li ho presi su Amazon!

” Conrad lasciò andare anche lei, fece entrare l’ultimo sospettato, Bob, e iniziò con la prima domanda che fu come negli altri casi: “Signor Bob, dove è stato l’altra sera?” e lui esitò: “Io ero andato nella mia casetta nel bosco a lavorare”.

L’ispettore continuò: “E che ne pensa del fatto che appena morirà Jonas lei diventerà
sindaco?” e lui obiettò: “Non vedo l’ora sia quel giorno! Ho già tante idee! E adesso, posso
uscire a fumare una sigaretta?!” “Vada pure, Bob!” rispose Conrad.

Gli investigatori dopo questi interrogatori ipotizzarono un possibile colpevole…

I due detective rifletterono. Thomas fece vedere a Conrad, sul suo telefono, la foto delle
scarpe che indossava la signora Allison e gli fece notare che la suola coincideva con
quella delle orme trovate sul luogo del delitto.

L’aiutante allora osservò: “Ispettore, secondo me il colpevole del reato è Allison!” e il
commissario ribatté: “Non ne sarei così convinto, lei ha detto che quelle scarpe vanno di
moda, ciò vuol dire che potrebbe essere una coincidenza e che quelle orme appartengono
ad un’altra persona!” “E allora come troveremo il colpevole?” esitò Thomas “Forse
dovremmo chiamare Barnaba per sapere se ha novità sulle impronte presenti sopra il
coltello…

” Lo scienziato Barnaba, un tipo alto, robusto e calvo, rispose subito al telefono
dicendo: “Certo, ci sto lavorando, però mi servirà ancora qualche giorno. Quando lo avrò
analizzato, tornerò da voi con i risultati!” Conrad replicò: “Va bene, grazie. Ci vediamo tra
qualche giorno!”.

Appena Barnaba se ne fu andato, l’ispettore prese il mozzicone della sigaretta imbustato e
disse rivolgendosi al suo aiutante: “Thomas, credo di aver trovato il colpevole. Ricordi che
Bob alla fine dell’interrogatorio ci ha chiesto in modo abbastanza nervoso di andare a
fumare?! Dei tre sospettati lui è l’unico che fuma!” e l’altro detective esclamò: “Ispettore,
ma lei è un genio! Perché non ci abbiamo pensato prima?!” “Aspetta però” iniziò Conrad
“la conferma ce la darà lo scienziato Barnaba!”.

Erano passati un paio di giorni quando i due sentirono  finalmente suonare il campanello:
era lo scienziato con in mano il coltello e disse loro: “Buongiorno, ho analizzato il coltello
e…”.

Thomas rispose: “Buongiorno anche a lei Barnaba, quindi, di chi sono quelle
impronte?” “Le impronte sono di Bob!” esclamò lo scienziato. Allora l’aiutante del detective
disse entusiasta: “Aveva ragione, ispettore….come sempre!”

I due detective lo ringraziarono, lo salutarono e si diressero velocemente nel bosco fino alla casetta del colpevole: era composta da una sola stanza ed era costruita tutta di legno.

Forzarono la porta ed entrarono, ma non c’era nessuno, così decisero di preparare una
“sorpresa” per Bob: si misero dietro la porta con una corda in mano.

Non appena l’uomo entrò, tutto tranquillo, i detective lo presero alla sprovvista, lo legarono con la corda ed urlarono: “Preso!” Il vicesindaco, terrorizzato, gridò: “Perché mi avete legato?” e l’ispettore rispose: “Ti abbiamo scoperto! Ora dicci la verità altrimenti non ti libereremo!” Lui esclamò:

“Non così facilmente, mostratemi almeno le prove!”. Thomas tirò fuori dal suo zainetto le
impronte digitali rilevate sul coltello ed insieme ad esse una pistola che gli puntò alla nuca.
“Ok, e va bene!” iniziò il criminale “Tutto è iniziato qualche mese fa quando mi dissero che
alla morte di Miky sarei diventato io il sindaco!

In quel momento mi elettrizzai talmente tanto da progettare piani per uccidere l’attuale sindaco e scrissi tutti i miei progetti su quella lavagnetta che vedete appesa al muro”.

I due detective andarono verso la lavagna, tolsero il telo che la copriva e l’osservarono
mentre Bob continuò: “L’altro giorno lasciai la porta di questa casetta aperta, perché ero
uscito un attimo; mentre tornavo indietro, vidi un uomo che si stava avvicinando
abbastanza velocemente ed io, preso dalla paura che vedesse il mio piano sulla
lavagnetta, decisi di accoltellarlo” “E quelle scarpe le hai prese alla vittima?” chiese
Conrad. Il colpevole annuì. Allora Thomas chiamò la polizia che arrestò Bob. Per i due
detective fu un altro successo!

di Brahim Brahimaj, Noemi Ciapi, Giacomo Coccia, Irene Tatini, Pietro Tempesti 2c