Un’interrogazione “mitica”

Un’interrogazione “mitica”

È il 14 Gennaio 2021, una giornata molto fredda, talmente fredda, che ho dovuto mettermi il giubbotto della guerra in Russia del mio bisnonno, un cappello in pelliccia di orso grizzly e tripli guanti, ma nonostante questo dalle mie mani pendono lunghissime stalattiti di ghiaccio. Durante la strada incontro orsi polari e pinguini, il paracollo mi alza la mascherina fino agli occhi, impedendomi di vedere perfino la punta dei miei piedi. Entro finalmente in classe, ma non ho nemmeno il tempo di scongelarmi, che sento dire: «Buongiorno! Oggi interrogazione!!!».

Il cuore accelera, nel mio stomaco il drago sputa fuoco, le stalattiti diventano torce accese e la pressione sale a mille. La professoressa sceglie a caso e chiama: «Gerbi! Sei la prima!». Ora il drago sputa lava, le stalattiti si sciolgono improvvisamente e dalla mia mente sorgono alcune risposte, ma il mio cervello non sta comandando il corpo, la bocca non si apre, non riesco a rispondere!

La prof. allora si rivolge a un’altra persona e capisco che è tutto finito: ciao, interrogazione! Ciao, bel voto! Ciao, regalo per la pagella!!! Improvvisamente però i banchi diventano grandi come case, la luce è il sole della costellazione “classe”, la prof. sembra la sorella del gigante Polifemo; le sue mani elicotteri, i piedi delle barche e lei stessa è alta come un enorme palazzo.

Contemporaneamente le mie gambe si irrigidiscono come dei tronchi d’ebano, non riesco più a piegarle, le mie braccia non possono più portare le mani a toccare il naso, nemmeno la testa si piega più. Dentro di me sento scorrere qualcosa di blu, ma non mi pare di essere mai stata una real principessa! Ho anche qualcosa in testa, pare uno strano cappuccio e qualsiasi cosa sia mi sta impedendo di vedere ciò che mi afferra. Riesco solo ad intuire che sto andando verso un foglio con varie scritte e una volta vicino capisco che sono proprio i nomi dei miei compagni! Ciò che avevo in testa è stato tolto all’improvviso e mi rendo conto che era un tappo! Sono una penna! E sono nelle mani della prof. Nencetti! Scorgo da molto vicino: «Genduso, Gerbi…!». È la mia occasione, posso cambiare il mio voto! La prof. sta cercando di scrivere un quattro ma … qua, qua, ci siamo, perfetto! Dieci!». Evvai, ce l’ho fatta!

Ed ecco svelato il segreto della mia metamorfosi prima di ogni interrogazione! Sapete? Mi ci sto quasi abituando!

Lia Gerbi 1 C